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IL SETTORE DEL TURISMO IN ITALIA VERSO LA SOSTENIBILITÀ VERDE E DIGITALE
Di Tiziana Lang - Ricercatrice ANPAL, esperta di politiche del mercato del lavoro
The tourism sector in Italy, towards green and digital sustain ability
The paper, after presenting data of the tourism sector in the post-pandemic period, examines the contribution of tourism to the national economy with a focus on the activities of tourism enterprises towards sustainability and the twin transition (green and digital). EU and national policies for sustainable tourism development in Europe and Italy are reviewed. Finally, it ends with a brief excursus on the funding and resources available for the sustainability of the sector in the transition to greener and more digitalized offer from the PNRR and cohesion policies.
Parole chiave:
turismo, duplice transizione, sostenibilità, ESG, microimprese, PMI,
statistiche turismo,
brand turistici, Piano strategico del turismo,
Agenda europea per il turismo, Patto per le competenze, PNRR.
SOMMARIO
- Il settore turistico in Italia nel post pandemia
1.1 I dati del comparto del turismo in Italia
1.2 Il contributo del turismo all’economia nazionale
- Le linee programmatiche di sviluppo del turismo sostenibile
2.1 Il Piano europeo per il turismo sostenibile
2.2 Il Piano strategico del turismo 2023-2027
- I finanziamenti per il turismo tra pubblico e privato
3.1 Il PNRR e il turismo
3.2 Le risorse e gli avvisi delle regioni
Conclusioni
- Il settore turistico in Italia nel post pandemia
Il paragrafo disegna il quadro aggiornato del settore turistico del nostro Paese, a partire dai dati resi disponibili dall’Istituto di statistica nazionale, da Unioncamere e dal sistema delle comunicazioni obbligatorie del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Il settore, come noto, è stato gravemente colpito dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria del 2020 e 2021, proprio in un momento di grande espansione. Tuttavia, le indagini condotte dall’Istat e i dati statistici disponibili restituiscono il quadro di un comparto in netta ripresa, con un forte grado di resilienza e che sembra aver imboccato la via dello sviluppo sostenibile. Come affermato dall’Istat in una recente audizione alla Camera1, “nonostante lo shock subito […] la ripresa dei flussi è iniziata nel 2021 e si è rafforzata ulteriormente nello scorso anno”. E’ bene rammentare che il turismo rappresenta uno dei settori produttivi fondamentali per l’economia italiana e nel quale il Made in Italy “si esprime e realizza compiutamente, sia per l’opportunità di valorizzazione e fruizione dei territori e dei prodotti italiani, sia per la capacità di contribuire alla crescita dell’immagine e dell’attrattività del Paese”2.
1.1 I dati del comparto del turismo in Italia
Nel 2019, erano impiegati nel settore turistico più di 380mila lavoratori e lavoratrici, pari all’1,6% dell’occupazione totale in Italia. Nelle imprese del turismo dai servizi di alloggio alla ristorazione, dal trasporto via mare, aria, terra ai servizi di prenotazione (tour operator e agenzie di viaggio), dal noleggio dei mezzi di trasporto alle attività ricreative e culturali, si raggiungevano complessivamente gli oltre 2 milioni di addetti, pari all’8,7% degli occupati totali.
La crisi derivata dallo scoppio della pandemia a inizio 2020 e dal protrarsi della stessa per la parte iniziale del 2021, avevano causato un crollo occupazionale del settore, che si è protratto fino al primo trimestre 2021. Da quel momento i dati registrati mostrano una ripresa progressiva che si è andata consolidando nel 2022 pur non avendo ancora recuperato i livelli pre-pandemici (“Considerando le medie dei trimestri, nel 2022, gli occupati nelle attività “caratteristiche” e del “turismo allargato” risultano ancora inferiori rispettivamente del 6,9% e del 4,5% rispetto al 2019”)3.
Secondo il bollettino Excelsior di Unioncamere4, le imprese dei servizi turistici, compresi quelli di alloggio e ristorazione, programmavano l’assunzione di circa 167mila addetti, con una differenza in positivo di oltre 20.000 addetti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel 2023 prosegue l’apporto positivo all’aumento dell’occupazione da parte del settore del turismo. A marzo 2023 sono infatti i servizi turistici a prevedere la creazione di circa 40.000 posti di lavoro (circa un terzo del totale), in gran parte contratti a tempo determinato, a causa della propensione del comparto a ricorrere ai rapporti di lavoro di breve durata5. La domanda crescente di addetti del comparto alloggio, ristorazione e turismo si conferma con oltre 107mila assunzioni previste a maggio (398.560 nel trimestre maggio-luglio), con in testa esercenti e addetti nelle attività di ristorazione, le professioni più richieste (83.030 assunzioni previste a maggio 2023)6.
Quanto ai flussi turistici, le statistiche più recenti ci mostrano come in Italia la ripresa del turismo si sia consolidata nel corso del 2022, pur permanendo una difficoltà del turismo domestico rispetto a quello di provenienza estera. Come si rileva dalla lettura della tabella 1, i clienti non residenti (ossia i turisti stranieri) che hanno visitato il nostro Paese, dopo un calo drastico nel 2021 rispetto al 2019, nel 2022 sono aumentati fino a oltre 196 milioni di soggiorni, ancora al di sotto dei livelli del 2019 quando le presenze erano state di oltre 220,6 milioni.
Nel confronto con gli altri Paesi dell’Unione Europea, l’Italia si attesta al quarto posto per numero di presenze nel 2022, pari al 14,5% delle presenze registrate nell’intera Unione Europea nel periodo di riferimento, alle spalle della Spagna (16,6%), Francia (16,3%) e Germania (14,7%).
I dati provvisori per il 2023 (gennaio-febbraio) sembrano confermare la ripresa consolidata del comparto con un aumento del 45,5% di presenze complessive rispetto allo stesso periodo del 2022, dove alla crescita importante delle presenze straniere di oltre il 70,5% si accompagna la ripresa decisa di quelle domestiche (in aumento di 28,8 punti percentuali). Nella relazione dell’Istat alla Camera dei Deputati (cit.) si legge “Se i dati relativi ai prossimi mesi confermeranno questa tendenza, sarà possibile registrare nel 2023 il pieno recupero – e persino il superamento – dei livelli pre-pandemici (nel bimestre gennaio-febbraio 2023 rispetto allo stesso periodo del 2019 le presenze degli italiani sono in aumento del +4,8%, mentre quelle straniere del +3,5%).”
La nuova rappresentazione statistica del settore sviluppata dall’Istat rende possibile una lettura degli sviluppi del comparto sulla base di indicatori che descrivono le caratteristiche di 21 contesti turistici (brand turistici territoriali) che si distinguono dal punto di vista del territorio-paesaggio e della valenza culturale. Ciò consente di osservare le diverse performance e capacità di ripresa dei diversi brand turistici identificati che nel 2022 hanno cumulativamente riportato un incremento dei flussi turistici rispetto all’anno precedente con ben 13 brand su 21 che hanno realizzato volumi di presenze turistiche superiori o, comunque, in linea con i livelli pre-pandemici. A questi “marchi” turistici l’Istat affianca la clusterizzazione dei comuni in undici categorie definite in base alle affinità turistiche, alla popolazione residente, ai flussi turistici7.
 
1.2 Il contributo del turismo all’economia nazionale
Le tendenze rilevate dall’Istituto di statistica nazionale si riscontrano in recenti studi e ricerche relative al comparto turistico. In particolare, il primo rapporto su “Turismo & Territorio. Tendenze, impatti e dinamiche d’impresa” di SRM, presentato nel mese di giugno 20238, mostra come il comparto turistico nel suo complesso continui a svolgere un ruolo assolutamente centrale per la tenuta economica del Made in Italy generando un potente effetto traino per l’intera economia nazionale. Gli indicatori osservati sono la performance turistica in termini di arrivi e presenze, l’offerta turistica in termini di strutture e addetti al settore, l’intensità turistica (ossia la densità di domanda e offerta turistica delle regioni).
Sulla base di questi indici, già nel 2019, tra le prime undici regioni europee per valore di indice di competitività ben cinque sono italiane (Veneto, al primo posto assoluto, seguita al terzo posto dalla Provincia autonoma di Bolzano, al sesto posto dalla Toscana e al decimo e undicesimo posto, rispettivamente, Emilia-Romagna e Lazio). Le rimanenti sei regioni sono situate in Spagna e Francia (quattro nel primo paese e due nel secondo).
Nel 2022 le presenze turistiche nel Paese hanno raggiunto quota 398 milioni (di cui un quinto nel Mezzogiorno). La permanenza media di un turista Italia è di 3,7 giorni (il turismo dall’estero è pari al 36,7%. Il turismo italiano, peraltro, appare caratterizzato da una marcata stagionalità (77,8%) che penalizza il Paese rispetto ai più diretti competitor europei (Spagna, Francia). Il fatturato è pari a 27,4 miliardi di euro per un contributo del comparto turistico al Pil del paese pari al 5,9%, laddove nel Sud è del 6,7% (la differenza dipende dalla dinamica del Pil del Mezzogiorno maggiormente influenzata dal turismo, a causa della minore presenza di grandi imprese e del manifatturiero). La stima per il 2023 è di realizzare un Pil turistico di circa 100 miliardi di euro, di cui circa 24,9 miliardi al sud.
Un’altra evidenza è la stretta dipendenza tra aumento del fatturato e dimensione dell’impresa: più del 50% delle imprese fino a 35 dipendenti dichiarano un andamento stazionario, mentre solo il 9% ha avuto una crescita del fatturato superiore al 5%; diversamente il 61% delle imprese con più di 110 dipendenti dichiara di aver registrato un aumento del fatturato (che per il 18% delle imprese è superiore al cinque%).
Quanto agli investimenti delle imprese del turismo, appare degno di nota il fatto che il 35% delle imprese intervistate da SRM (46% nel mezzogiorno) dichiarano una maggiore propensione a investire nel prossimo triennio su obiettivi ESG e sulla digitalizzazione dei servizi (nel caso delle imprese meridionali, anche per “colmare i gap”). Il totale delle risorse che si stima sarà messo in campo per gli investimenti ESG è pari a 520 milioni di euro all’anno (circa 170 milioni nel sud).
Cresce in generale la consapevolezza dell’importanza degli investimenti in qualità, ossia nelle strutture e nei servizi al turista. In particolare, sono le imprese più strutturate che hanno mostrato maggiore resilienza nel periodo pandemico e post-pandemico. Per il 38% delle imprese turistiche italiane, gli investimenti hanno riguardato acquisto o rinnovo di arredi, per il 27% la manutenzione straordinaria o l’ampliamento delle strutture.
Tra gli ambiti determinanti per le imprese stesse e per il loro futuro, a livello nazionale si segnalano la riduzione dei consumi energetici, la riduzione e differenziazione dei rifiuti industriali e aziendali, e l’utilizzo di materie prime km0 o attraverso filiere di prossimità, Nel mezzogiorno, piuttosto, i primi tre fattori prioritari sono rappresentati dalle attività formative per il personale e il management aziendale (a riprova della cronica carenza di personale adeguatamente formato in queste regioni, nonché di una filiera della formazione di qualità) le strategie di crescita dimensionale dell’azienda (sia internamente sia con collaborazioni, joint venture, reti di impresa) e, infine, l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Ne emerge il quadro di un settore che intende contribuire allo sviluppo sostenibile dei territori di riferimento, ma anche ricevere dai territori servizi formativi e alle imprese di qualità e in grado di supportare le aziende nella duplice transizione verde e digitale.
Il conto satellite Istat sul Turismo (2019, ultimo dato disponibile) mostra come tra il 2010 e il 2019 la filiera turistica ha ampliato le interdipendenze produttive, con un impatto economico crescente de turismo sulle altre dinamiche economiche. Il moltiplicatore delle presenze in un sistema integrato (cultura, enogastronomia, natura) è significativamente superiore a quello monotematico (es. solo balneare). Ogni turista, a parità di spesa, nel 2019 ha contribuito al Pil per una media di 144 euro (per il semplice fatto di essere stato turista per almeno una notte), ossia ha generato un valore aggiunto sul Pil pari al 39,3% (il moltiplicatore è passato da 103,4 euro nel 2010 a 144 euro nel 2019). Interessante che detto moltiplicatore vari fortemente tra i sotto-ambiti settoriali del turismo: da 176,6 euro nel turismo d’affari a 151,7 euro del turismo eno-gastronomico, ai 150,6 euro del turismo sostenibile e giù a scendere fino al turismo balneare con un moltiplicatore di 128,2 euro.
Di particolare interesse, rispetto alla multifunzione sopra evidenziata, è l’esperienza del settore dell’agriturismo che proviene da un lungo processo di radicamento territoriale e di innovazione imprenditoriale. Il rapporto dell’Istat sulle aziende agrituristiche in Italia (2021)9 mostra, in proposito, come la multifunzionalità sia innanzitutto una strategia economico-imprenditoriale con ricadute importanti dal punto di vista sociale (si pensi alle fattorie didattiche) e da quello ecologico. Grazie alla multifunzionalità sviluppata il settore, così peculiare nel panorama internazionale, sembra essere una delle “vie italiane” alla modernizzazione di un intero comparto produttivo, quello agricolo. Nel 2021, sono attive in Italia 25.390 aziende agrituristiche in crescita dell’1,3% rispetto al 2020 (la crescita maggiore è nelle Isole, 8,2%, e al Sud, 1,5%). Il tasso medio annuo di crescita tra il 2011 e il 2021 è stato pari al 2%, con punte del 5,3% nel caso delle fattorie didattiche). I turisti che usufruiscono dei servizi di agriturismo sono in aumento del 68%. Il valore corrente nel 2021 della produzione agrituristica è stimato in 1,16 miliardi di euro annui (in aumento del 45% rispetto al 2020 ma ancora al di sotto dei livelli del 2019 di oltre il 25%).
Le aziende agrituristiche multifunzionali, ossia che offrono almeno tre tipologie di servizi, sono pari al 38% del totale degli agriturismi (in crescita di 21,3 punti percentuali rispetto al 2011) con le Isole che registrano l’incremento più consistente (più 51,5% rispetto al 2011). Il 63,3% dei comuni italiani ne ospita almeno una, ma in Toscana e Umbria si supera il 98%. Nel grafico 1, si riporta l’incidenza delle aziende agrituristiche multifunzionali per tipologia di attività.
Nel 2021 le aziende agrituristiche che offrono almeno tre servizi sono 9.559 (più 21,3% rispetto al 2011) e rappresentano il 37,6% delle strutture attive. Quelle che svolgono almeno due attività o una sola attività sono, rispettivamente, il 42,4% e il 19,9%. Il tasso di crescita delle imprese monofunzionali è notevolmente inferiore a quello delle aziende agrituristiche multifunzionali (rispettivamente 1% e 2,2%).
Nel grafico 2, si restituisce la diversificazione dei principali servizi offerti dalle aziende agrituristiche multifunzionali in base al territorio di riferimento. Importante, ricordare che nel 2021 l’incidenza maggiore di aziende agrituristiche multifunzionali si registra nelle Isole (51,5% del totale delle imprese agrituristiche del territorio), seguita dal Nord-ovest (42%), Sud (39,9%), Centro (36,4%) e Nord-est (32,5%). Tra le aziende agrituristiche che offrono alloggio il 48,1% ha adottato un’offerta di servizi di tipo multifunzionale, quota che sale al 57% e al 61,5% tra le strutture che fanno servizio di ristorazione e degustazione. La percentuale più elevata si registra per le fattorie didattiche con oltre l’80%.
La diversificazione dei servizi rappresenta, dunque, un elemento strategico per l’attività agrituristica, come dimostrano le performance di crescita del settore, e in questo sembra confermare quanto emerso dalla ricerca condotta da SRM in relazione alle interdipendenze e alla minore resilienza delle imprese “monotematiche”.
Un elemento significativo, a parere di chi scrive, è rappresentato da quel 38% circa di aziende agrituristiche multifunzionali che sono condotte da donne (quasi quattro punti percentuali in più rispetto al 2011). L’imprenditrice agrituristica multifunzionale tipo ha un’età media di 50 anni (nel 2011 era superiore a 55 anni), circa due anni più giovane delle conduttrici di aziende monofunzionali (forse a indicare la maggiore propensione delle donne più giovani a offrire più servizi oltre all’alloggio o alla semplice ristorazione).
Quanto alla distribuzione territoriale, quasi il 40% delle imprese agrituristiche multifunzionali condotte da donne si trovano nel Centro Italia, mentre le rimanenti sono distribuite in modo omogeneo negli altri ambiti territoriali continentali (circa il 17%), mentre nelle Isole sono circa il 10% (vedi grafico 3).
Se guardiamo all’insieme delle imprese agrituristiche, le aziende condotte da donne sono 8.762 in lieve aumento rispetto al 2020 (1,3% in più). A livello nazionale, la quota di partecipazione delle donne rimane pressoché rispetto al 2020 (intorno al 35%). L’area geografica dove le donne stentano ad affermarsi in questo ambito è il Nord-Est e, più specificamente, le Province autonome di Bolzano e Trento dove la quota femminile appare ancora piuttosto esigua (13,8 e 26,0% rispettivamente).
Un contributo significativo al settore agrituristico viene offerto dalle donne imprenditrici agrituristiche con le fattorie didattiche che rappresentano il 7,8% del totale degli agriturismi, in crescita costante dal 2011. A tutto il 2021, le fattorie didattiche attive in Italia sono 1.986 con un incremento del 77,0% rispetto al 2011 e del 4,0% rispetto al 2020. Quasi il 40 percento delle fattorie didattiche sono a conduzione femminile (39,6%).
L’attività di agriturismo con fattoria didattica sembra rispondere pienamente alle priorità del Piano europeo per il turismo sostenibile, in particolare, dell’ambito prioritario “resilienza e inclusione” i cui obiettivi e traguardi sono indirizzati al rafforzamento della dimensione inclusiva del settore turistico (v. oltre par. 2.1).
 

- Le linee programmatiche di sviluppo del turismo sostenibile
Nel capitolo si illustrano le linee programmatiche dell’Unione europea e del governo italiano per un settore del turismo sostenibile che contribuisce agli obiettivi della duplice transizione verde e digitale, senza lasciare nessuno indietro, e nel rispetto degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite.
2.1 Il Piano europeo per il turismo sostenibile
L’industria del turismo rappresenta una parte vitale dell’economia dell’Unione Europea (prima destinazione turistica del mondo) con il 10,0% del PIL; per questa ragione l’UE è impegnata nel rilancio di questo settore che nel 2020 ha subito un calo drastico degli arrivi turistici internazionali (44,0%) rispetto allo stesso periodo del 2019 e una perdita di circa 11 milioni di posti di lavoro nel settore in tutta l’Unione.
A fronte di questa situazione, la Commissione Europea ha messo in campo diversi strumenti di risposta rapida10 e il Parlamento Europeo ha adottato posizioni su tre proposte legislative11 e una risoluzione sul turismo e i trasporti (19 giugno 2020), chiedendo un sostegno rapido, a breve e a lungo termine, ai settori dei trasporti e del turismo per garantirne la sopravvivenza e la competitività, evidenziando come la crisi determinata dalla pandemia rappresenti un’opportunità storica per modernizzare il turismo europeo, per renderlo più sostenibile e più accessibile alle persone con disabilità.
A luglio 2020, la Commissione ha quindi adottato un Piano d’azione per una tassazione equa e semplice a sostegno della strategia di ripresa12 con l’obiettivo di rivedere la direttiva IVA e, in particolare, il regime speciale per le agenzie di viaggio e i tour operator per evitare le distorsioni della concorrenza tra le agenzie di viaggio dell’UE e quelle extra-UE (la Commissione prevede di adottare questa revisione entro la fine del 2023).
Nel marzo 2021, il Parlamento ha adottato la risoluzione sull’Istituzione di una strategia dell’UE per il turismo sostenibile13 nella quale invita gli Stati membri ad attuare pienamente e celermente dei criteri comuni e coordinati per viaggiare in sicurezza, facilitando al contempo la diffusione del modulo di localizzazione dei passeggeri europei, se possibile in formato digitale, nel pieno rispetto delle norme sulla protezione dei dati. Il Parlamento sollecita, inoltre, gli Stati membri a elaborare piani d’azione nazionali per la transizione verso il turismo sostenibile (e laddove previsto anche regionali) in consultazione con le parti interessate e la società civile e in linea con la futura tabella di marcia europea per il turismo sostenibile, nonché a sfruttare appieno i fondi resi disponibili con il Next Generation EU per il finanziamento dei piani medesimi. Al contempo, invita la Commissione europea a elaborare rapidamente una tabella di marcia del turismo sostenibile, che includa misure innovative volte a ridurre l’impronta climatica e ambientale del settore, mediante la messa a punto di forme di turismo più sostenibili, la diversificazione dell’offerta, la promozione di nuove iniziative in materia di cooperazione e lo sviluppo di nuovi servizi digitali.
In tema di turismo sostenibile, anche il Consiglio Europeo ha adottato nel 2021 conclusioni per un turismo europeo sostenibile, resiliente, digitale, globale e sociale nel prossimo decennio14 invitando la Commissione e gli Stati membri a predisporre un’Agenda europea per il turismo 2030-2050 in collaborazione con gli stakeholder del settore. Inoltre, ha adottato conclusioni sulla relazione speciale della Corte dei Conti Europea (n. 27/2021)15 la quale raccomanda alla Commissione di elaborare una nuova strategia per il settore e ad esortare gli Stati membri a prevedere procedure di selezione degli investimenti nel settore del turismo a valere sulle risorse della politica di coesione (FESR), al fine di sostenere i nuovi orientamenti strategici individuati per il settore.
Nel febbraio 2022, la Commissione ha infine adottato il piano dal titolo “Percorso di transizione per il turismo” che, nell’aggiornare la strategia industriale dell’UE, evidenzia la necessità di rafforzare la resilienza del settore turistico e di accelerarne la transizione digitale e verde. Il percorso individua 27 tra aree di intervento e misure per la transizione verde e digitale, nonché per rendere l’industria turistica europea più resiliente attraverso una migliore condivisione dei dati per dei servizi più all’avanguardia e più accessibili, e un settore turistico più circolare e rispettoso dell’ambiente.
In risposta a questo piano, a dicembre 2022, il Consiglio ha adottato l’“Agenda dell’UE per il turismo 2030”16, con allegato piano di lavoro, che si concentra su cinque priorità: le transizioni verdi e digitali, la resilienza e l’inclusione, le competenze e il quadro di governance e abilitazione delle politiche, con diverse azioni per ciascuna priorità. Sempre il Consiglio invita a utilizzare le opportunità di finanziamento esistenti nell’ambito del quadro finanziario pluriennale dell’UE e del Next Generation EU, al fine di rilanciare l’ecosistema del turismo in difficoltà e di renderlo più resiliente dopo la pandemia di Covid-19 (in proposito si veda la tavola 2).
 
In particolare, nel settore della transizione verde, i traguardi e obiettivi previsti dal Piano riguardano la riduzione dell’impronta ambientale contrastando lo spreco alimentare e la produzione di rifiuti indifferenziati, migliorando l’efficienza idrica/energetica e riducendo inquinamento dei servizi turistici. Incoraggiare le imprese turistiche a adottare pratiche più ecologiche fornendo proporzionato sostegno alle piccole e medie imprese del comparto affinché seguano pratiche rispettose dell’ambiente senza che ciò ostacoli il commercio. Le risorse pubbliche dovrebbero essere dirette inoltre alla cooperazione pubblico-privato per la realizzazione di progetti di ricerca e innovazione e progetti pilota su modelli e pratiche per il turismo sostenibile replicabili.
Nel settore della digitalizzazione il Piano da indicazioni per l’utilizzo efficace degli strumenti digitali da parte delle pmi e microimprese del comparto sia per la gestione delle risorse sia per i processi di lavoro interni, la fornitura di servizi, il marketing, la comunicazione con i clienti e le catene di approvvigionamento. Per la resilienza e inclusione gli obiettivi e traguardi sono indirizzati al rafforzamento della dimensione inclusiva del settore del turismo in relazione agli anziani e alle persone con disabilità o con altre specifiche necessità, garantendo un adeguato supporto finanziario alle pmi e microimprese e sostenendo la collaborazione con le comunità locali per servizi turistici innovativi in grado di soddisfare i nuovi tipi di domanda. Infine, ma non ultimo, il settore delle competenze e della duplice transizione verde e digitale. Gli obiettivi in questo caso rimandano alla soddisfazione della domanda di competenze proveniente dalle imprese del settore, attraverso il Patto per le competenze17 del turismo (rinnovato a marzo 2023) e ampliando la partecipazione delle imprese del comparto al Patto, al fine di incoraggiare attivamente lo sviluppo delle competenze e fornire opportunità di formazione alla forza lavoro, ai disoccupati e alle piccole e medie imprese.
2.2 Il Piano strategico del turismo 2023-2027
Come dichiarato nelle premesse al piano, il Ministero del Turismo, con il Piano per il Turismo 2023-2027, intende giocare un ruolo strategico, “di sponda con le misure economiche messe in campo dal Governo e dall’Europa con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”.
I progetti d’investimento in materia di turismo del PNRR sono enunciati nella Missione 1, componente 3 “Turismo e cultura” e, in particolare, nell’ambito di intervento “Turismo 4.0” cui sono assegnati complessivi 2,4 miliardi di euro di risorse europee. Si tratta di nuovi progetti (dunque non di progetti già in essere), volti al miglioramento delle strutture turistico-ricettive e dei servizi turistici, con il duplice obiettivo di innalzare la capacità competitiva delle imprese e di promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. L’azione include, in parte, la realizzazione di investimenti pubblici, per una maggiore fruibilità del patrimonio turistico-culturale, in parte, il rifinanziamento di misure, anche fiscali, a sostegno delle imprese del settore. Quanto alla digitalizzazione, il progetto “Hub del turismo digitale” promuove l’avanzamento del comparto turistico verso gli obiettivi fissati dal PNRR.
Nel programma di investimento sono presenti risorse a fondo perduto e finanziamenti (come si vedrà nel capitolo 3, paragrafo 3.1.) Appare opportuno segnalare qui come il “turismo” riceva supporto nel PNRR anche attraverso i progetti di rilancio e di valorizzazione del patrimonio culturale – parte dei quali sono inclusi nel Progetto “Caput Mundi”, in vista degli importanti appuntamenti della Capitale dei prossimi anni, tra i quali il Giubileo del 2025.
Essenziale appare inoltre il supporto al turismo derivante dagli investimenti del PNRR sul potenziamento delle infrastrutture, anche digitali e sulla rete dei trasporti e della mobilità del paese, anche in chiave sostenibile, al fine di poter competere in termini di qualità e facilità di accesso ai servizi con l’offerta turistica degli altri grandi Paesi europei che registrano quote di presenze turistiche molto più elevate dell’Italia (si veda qui paragrafo 1.2).
Il Piano strategico per il turismo 2023-2027 in estrema sintesi si fonda sui cinque Pilastri, come indicato nella tavola 3.
Il primo pilastro, dedicato alla Governance, mira a definire un modello condiviso di governance e monitoraggio Stato-Regioni e a delineare delle linee guida ministeriali dirette a rendere più coeso e unitario il comparto nel Paese. Tra le attività previste dal Piano rientrano la convocazione mensile del comitato per il monitoraggio e la selezione delle policy di settore; la predisposizione di una piattaforma regionale di condivisione delle proposte di policy e delle azioni suggerite dai settori e territori; la convocazione mensile del tavolo interministeriale incaricato di definire proposte di policy trasversali al settore turistico; la creazione di una piattaforma delle policy e delle azioni proposte dalle imprese e categorie settoriali.
La seconda priorità è individuata nell’Innovazione. Qui, il Piano prevede l’implementazione del processo di digitalizzazione dei servizi sia interni che esterni per rafforzare un turismo digitale.
La terza è dedicata alla tema della Qualità e inclusione mediante l’accrescimento della qualità e quantità dei servizi turistici, attraverso un miglioramento infrastrutturale e della mobilità, per aumentare l’attrattività turistica del Paese e promuovere una maggiore distribuzione dei flussi dei visitatori valorizzando anche nuovi territori, in chiave di sostenibilità e autenticità; la realizzazione di campagne di promozione dell’intera filiera turistica italiana (brand Italia); la revisione degli standard di qualità e inclusione delle strutture ricettive (sistema di classificazione Italy Stars & Rating con assegnazione delle convenzionali Stelle) e istituzione di una certificazione rilasciata dal Ministero del Turismo; la creazione di un sistema di credito e di finanziamenti per le imprese del comparto turistico connesso ai suddetti standard e alla certificazione.
Il quarto pilastro è dedicato alla Formazione e alle carriere professionali turistiche e prevede la riqualificazione e formazione del capitale umano impegnato nel settore turistico; nonché la riforma dell’ordinamento professionale delle guide turistiche e la standardizzazione dei livelli di prestazione su tutto il territorio nazionale.
Infine, il quinto e ultimo pilastro è dedicato alla Sostenibilità e prevede l’ampliamento della domanda servita, intercettando sia nuovi segmenti interessati a una più autentica e sostenibile modalità di fruizione delle destinazioni, sia turisti alla ricerca di esclusività, declinata in molteplici formule turistiche; la valorizzazione e lo sviluppo del territorio nazionale sfruttando l’effetto attrattivo dei Grandi Eventi internazionali (Ryder Cup 2023, Giubileo 2025, Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano-Cortina 2026).
Tali Pilastri sono declinati in otto ambiti strategici su cui si focalizzano le azioni settoriali, nello specifico: turismo organizzato; fiere e MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions), accessibilità e mobilità turistica; wellness; turismo culturale; strutture ricettive, turismo leisure e turismo di alta gamma. Gli obiettivi generali del Piano sono: i. Innovare, specializzare e integrare l’offerta nazionale; ii. Accrescere la competitività del sistema turistico; iii. Sviluppare un marketing efficace e innovativo; iv. Realizzare una governance efficiente e partecipata nel processo di elaborazione e definizione del Piano e delle politiche turistiche.
- I finanziamenti per il turismo
I finanziamenti ad oggi disponibili per il settore del turismo provengono sia dal bilancio dello Stato (25 milioni per il turismo sostenibile sono inseriti nella Legge di bilancio 2023) sia dal PNRR e dalle risorse della politica di coesione 2021-2027 sia infine dai bilanci regionali come è illustrato nei seguenti paragrafi.
3.1 Il PNRR e il turismo
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)18 del luglio 2021 prevede, alla Missione 1, Componente 3 - Turismo e cultura, investimenti in materia di turismo per un valore complessivo di 2,4 miliardi di euro. Questi investimenti hanno un duplice obiettivo: a) innalzare la capacità competitiva delle imprese; b) promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi.
Secondo gli analisti di SRM (cit.), il PNRR con le risorse e riforme previste offre l’occasione di sviluppare un’offerta turistica più digitale e sostenibile. Le risorse a disposizione per il comparto «Turismo e Cultura 4.0» sono pari ad oltre 8 miliardi e si stima che circa 2,9 miliardi, ossia il 35% di questi, siano destinati alle regioni del Mezzogiorno che, come visto nel precedente capitolo necessitano di interventi a supporto di una formazione di maggiore qualità degli addetti e di una rafforzata accessibilità, per un’offerta turistica più digitale e sostenibile, al fine di riuscire a competere con gli altri Paesi europei.
Fra i principali investimenti del PNRR per il turismo i Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche, dotato complessivamente 1.786 milioni di euro di cui: 598 milioni in tax credit per il miglioramento delle infrastrutture di ricettività (strumento IFIT); 500 milioni nel Fondo dei Fondi della BEI, per lo sviluppo e la resilienza delle imprese del settore turistico; 358 milioni dalla sezione speciale turismo del Fondo di garanzia per le pmi a sostegno della nascita e del consolidamento delle pmi del turismo; 180 milioni nel Fondo rotativo imprese (FRI) per il sostegno alle imprese e gli investimenti di sviluppo; 150 milioni per il Fondo Nazionale Turismo per la valorizzazione, la competitività e tutela del patrimonio ricettivo, con la sottoscrizione da parte del MiT di quote di equity del Fondo gestito da Cassa depositi e prestiti; 500 milioni per l’investimento “Caput Mundi. NGEU” per grandi eventi turistici; 170 milioni per l’investimento Roman Cultural Heritage for NGEU;
Tra i principali interventi citati, si segnala lo strumento “IFIT - Incentivi finanziari per le imprese turistiche”, gestito da Invitalia19, per aumentare la qualità dell’ospitalità turistica con investimenti finalizzati alla sostenibilità ambientale e alla riqualificazione delle strutture ricettive (alberghi, agriturismi, stabilimenti balneari, porti turistici, parchi tematici, centri termali). E’ previsto il credito di imposta dell’80% e il contributo a fondo perduto (fino al 50% e per un massimo di 40 mila euro, incrementabili per altri 100.000 come segue: fino a ulteriori 30.000 euro se almeno il 15% delle spese sono destinate alla digitalizzazione e innovazione delle strutture in chiave tecnologica ed energetica; fino a ulteriori 20.000 euro per le imprese costituite da donne o per le società cooperative o per le imprese di giovani (per le imprese individuali gestite da giovani) che operano nel settore del turismo; fino a ulteriori 10.000 euro per le imprese con sede operativa nelle regioni del Mezzogiorno. Lo strumento è stato attivato nel 2022 e ha visto una elevata partecipazione delle imprese turistico-ricettive con 1.664 imprese finanziate (45% del totale) che hanno ottenuto un’agevolazione pari al totale di spese ammissibili richieste, e 2.036 imprese (55% del totale delle imprese finanziate) che avendo subito una riduzione dell’importo concesso rispetto alle spese ammissibili richieste, hanno rimodulato (1061 imprese) o rinunciato ad attuare i progetti originari. All’11 aprile 2023, erano 70 le imprese che avevano formalizzato la rinuncia alle agevolazioni concesse nel mese di giugno 2022, per un importo complessivo di euro 12,17 milioni resi disponibili per il medesimo investimento IFIT.
Il Fondo Tematico dedicato al settore del turismo, nell’ambito del fondo di fondi “Ripresa e Resilienza Italia” (di cui all’art. 8 del decreto-legge n.152/2021), gestito dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e operato tramite Intermediari Finanziari, è finalizzato al supporto di progetti e/o investimenti di imprese private operanti nel comparto. Le richieste di finanziamento, complete di una descrizione dell’investimento e/o progetto e di una indicazione di fabbisogno finanziario, nonché di ogni altra documentazione indicata nelle apposite schede approntate dagli Intermediari Finanziari, possono essere presentate on line dagli stessi intermediari20 per prestiti, investimenti in equity e supporto quasi-equity, volti al finanziamento delle seguenti tipologie di iniziative: i. la creazione, il rinnovo, l’ammodernamento e il miglioramento di strutture ricettive e infrastrutture per il turismo (compresi, tra l’altro, i siti culturali e ricettivi pubblici e privati, i parchi, i parchi ricreativi, gli impianti sportivi, le strutture turistiche montane e gli impianti sportivi di montagna); ii. lo sviluppo di interventi nel turismo sostenibile e connessi alla transizione verde; iii. lo sviluppo di interventi di digitalizzazione dei processi e/o dell’offerta e in formazione/miglioramento delle competenze del personale; iv. soluzioni di mobilità pulita, sostenibile e connessa per il turismo. Almeno la metà delle risorse del fondo tematico sarà dedicata agli investimenti di riqualificazione energetica per quanto attiene alle linee progettuali riferite al settore turistico. Il sostegno finanziario fornito dal fondo tematico deve mirare a sostenere gli investimenti innovativi a favore della transizione digitale; ad aumentare l’offerta di servizi al turismo; ad incoraggiare i processi di aggregazione delle imprese
3.2 Le risorse e gli avvisi regionali
Alle risorse del PNRR si affiancano quelle della politica di coesione, in particolare, i Piani regionali del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) che prevedono spesso strumenti finanziari a supporto delle micro e piccole e medie imprese compreso il settore del turismo.
A titolo esemplificativo, si veda l’avviso del 6 giugno 2023 della Regione Emilia-Romagna che promuove la competitività e la sostenibilità delle imprese turistiche con attività ricettive, e l’attrattività dei territori e delle città dove sono localizzate dette attività. Il termine finale per la presentazione della domanda di finanziamento è il 5 settembre 2023 (ore 13). I destinatari dell’Avviso sono: a) i gestori privati che esercitino attività ricettiva alberghiera (alberghi, residenze turistico alberghiere, condhotel); attività ricettiva all’aria aperta in campeggi, villaggi turistici, marina resort; b) i proprietari non gestori, ossia, tutti i soggetti privati, che sono proprietari delle strutture nelle quali sono svolte le attività sopra indicate, che intendono affittare o dare in disponibilità a imprese o soggetti terzi, posto che al momento della rendicontazione l’attività sia effettivamente gestita ed aperta al pubblico. Sono ammissibili alle agevolazioni gli interventi finalizzati: alla realizzazione di nuove strutture ricettive esclusivamente in immobili esistenti, anche se oggetto di demolizione e ricostruzione; alla riqualificazione, ammodernamento, ampliamento delle strutture ricettive esistenti; al rinnovo delle attrezzature e degli arredi; all’offerta di nuovi servizi alla clientela e/o al loro miglioramento, tramite soluzioni innovative e/o digitali attente anche agli aspetti di sostenibilità ambientale, sociale e di sicurezza. Il contributo massimo per imprese è pari a 200.000 euro, in parte concesso a fondo perduto (massimo il 40% della spesa ammissibile) e, comunque, per un importo non superiore a 200.000 euro totali.
La Regione Toscana rende disponibili a valere sul PR FESR 2021-2027 oltre 500 milioni di euro per le imprese toscane; di questi circa 175 milioni sono destinati all’obbiettivo del rafforzamento della crescita e della competitività delle pmi. Queste le azioni previste: sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo delle micro e pmi che operano nei settori manifatturiero, turismo e commercio per l’acquisto di servizi di internazionalizzazione (supporto specialistico all’internazionalizzazione; partecipazione a fiere e saloni internazionali; consulenza e promozione attraverso l’utilizzo di uffici o sale espositive all’estero; promozione; supporto all’innovazione commerciale per la fattibilità di presidio su nuovi mercati); e sostegno agli investimenti produttivi per varie iniziative tutte destinate a supportare le micro e pmi nelle fasi di nascita e consolidamento. Gli incentivi sono rivolti a favorire investimenti produttivi (materiali e immateriali), in capitale circolante, per la creazione di impresa, in particolare, le micro e piccole imprese femminili e giovanili e in rafforzamento patrimoniale. Lo scopo è aiutare le imprese a superare i fattori di debolezza strutturale, facilitarne l’accesso al credito o a forme di finanziamento alternative, favorire il consolidamento del sistema produttivo, incentivare processi di transizione tecnologica e digitale, l’adattamento delle produzioni alle caratteristiche dell’economia digitale e la transizione verso un’economia circolare.
Ai fondi della politica di coesione, si affianca il Fondo per la transizione giusta21 che mira a ridurre i costi sociali ed economici derivanti dalla transizione verso un’economia climaticamente neutrale nell’UE, sostenendo la diversificazione delle attività economiche, creando nuove opportunità commerciali e aiutando le persone ad adattarsi a un mercato del lavoro in evoluzione. Alle pmi del turismo, il Fondo può fornire investimenti in capitale fisso o in beni immateriali. L’ambito del sostegno comprende, tra l’altro, investimenti in microimprese, turismo sostenibile, trasporti sostenibili, innovazione digitale e formazione di lavoratori e persone in cerca di lavoro.
Tutti gli investimenti contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi dettagliati nei Piani di Transizione Territoriali Giusti (PGT). Inoltre, le attività sostenute si concentrano sulla crescita economica interna in settori chiave in relazione alla strategia di specializzazione intelligente prescelta. Le attività sostenute dalla JTF comprendono: investimenti nelle imprese, ricerca e innovazione, tecnologie energetiche pulite, riduzione delle emissioni di gas serra, digitalizzazione, rigenerazione dei siti, economia circolare, riqualificazione e riqualificazione dei lavoratori, assistenza alle persone in cerca di lavoro e assistenza tecnica. Il metodo di assegnazione garantisce che le risorse vadano alle regioni che devono affrontare le sfide più importanti (in Italia Taranto e il Sulcis). Il Fondo per la transizione giusta è cogestito e accessibile attraverso le autorità competenti responsabili dei programmi.
Le regioni infine mettono a disposizione altri strumenti finanziari e risorse per il rafforzamento delle aziende del settore del turismo anche dal punto di vista delle risorse umane. Ad esempio, la Regione Campania eroga incentivi alle aziende del settore turistico, costituite in forma di ditta individuale, micro e pmi, e grande impresa, che assumono lavoratori dipendenti o attivano tirocini presso un’unità operativa ubicata nel territorio campano. Gli incentivi previsti sono tesi a migliorare l’occupabilità dei lavoratori grazie all’attivazione di contratti di lavoro e alla valorizzazione del lavoro stabile, al fine di sostenere un processo di destagionalizzazione. La dotazione finanziaria è pari a 16 milioni di euro a valere sul bilancio regionale. La misura ha carattere retroattivo, pertanto comprende anche le assunzioni effettuate a decorrere dal 1° aprile 2023.
Conclusioni
Come visto nel primo capitolo la maggiore disponibilità di dati, monitoraggi e ricerche sul comparto del turismo consente di individuare le peculiarità dei territori, i punti di forza e di debolezza, le caratteristiche delle imprese, i loro comportamenti in tema di digitalizzazione, sostenibilità ambientale e capacità di resilienza. Le politiche pubbliche devono poter contare su queste informazioni per poter compiere le scelte necessarie a consolidare gli andamenti del settore. Le imprese turistiche sono in gran parte di micro e piccole dimensioni sarà pertanto opportuno immaginare strumenti volti al loro consolidamento interno e all’aggregazione in filiera ai fini della sostenibilità economica. Come evidenziato dalla recente ricerca di SRM (cit.) e dall’indagine Istat sulle imprese agrituristiche, l’offerta turistica integrata o diversificata o multifunzionale presenta una più elevata resilienza e nel medio periodo è in grado di ottenere miglioramenti in termini di flussi e di fatturato. Le politiche regionali e nazionali dovrebbero mettere in atto progetti di infrastrutturazione tecnologica e digitale atti a rimuovere i cosiddetti red tapes della burocrazia e della regolamentazione.
La propensione delle imprese turistiche verso gli obiettivi ESG e digitali non deve essere mortificata. A tal fine, è necessario che siano rese disponibili ingenti risorse pubbliche e private per la transizione verde e digitale del comparto turistico del Paese. La qualità dell’offerta dipende anche da queste due transizioni e i flussi turistici premiano le aziende che offrono servizi sostenibili (come nel caso delle fattorie educative nell’agriturismo). Queste risorse dovrebbero essere erogate attraverso i più diversi strumenti finanziari, affinché tutte le imprese, anche quelle di minori dimensioni possano accedervi senza difficoltà e in tempi brevi, o al massimo ragionevoli.
Infine, le future policy nazionali e regionali dovranno farsi carico della crescita delle competenze degli addetti del settore turistico. Lo reclamano a gran voce le imprese del sud quando lamentano di non riuscire a trovare forza lavoro adeguatamente formata neanche tra i giovani in uscita dagli istituti professionali e tecnici del turismo. La formazione professionale, gestita dalle Regioni, dovrebbe essere riprogettata per fornire agli allievi le competenze effettivamente richieste dal mercato del lavoro e, al contempo, valorizzare le competenze linguistiche, relazionali, finanziarie dei giovani e di tutti coloro che potrebbero utilmente ricollocarsi in questo settore che ha dimostrato di possedere grandi potenzialità di crescita (sostenibile) anche in un contesto economico e sociale di grandi trasformazioni quale è l’attuale.
Bibliografia essenziale
COM (2020) 0312, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul Piano d’azione per una fiscalità equa e semplice a sostegno della strategia di ripresa, 15 luglio 2020, Bruxelles.
Conclusioni del Consiglio su Un turismo in Europa nel prossimo decennio: sostenibile, resiliente, digitale, globale e sociale, 27 maggio 2021, Bruxelles.
Conclusioni del Consiglio europeo “Agenda europea per il turismo 2030” adottate il 1° dicembre 2022. V. link seguente https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-15441-2022-INIT/it/pdf
Corte dei conti europea, Sostegno dell’UE al turismo: c’è bisogno di un rinnovato orientamento strategico e di un migliore approccio in materia di finanziamenti, 2021, Lussemburgo.
Istat, Le aziende agrituristiche in Italia, 2021, Statistiche Report, 22 novembre 2022, Roma.
Istat, Atto del Governo n. 39, recante schema del piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023-2027, Audizione dell’Istituto nazionale di statistica in X Commissione, 10 maggio 2023, Roma.
Istat, Indagine conoscitiva sul Made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell’impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi. Audizione dell’Istituto nazionale di statistica in X Commissione, 6 marzo 2023, Roma.
EPRS, Il turismo e l’economia collaborativa, Parlamento europeo, UE, 2017.
Risoluzione del Parlamento europeo del 25 marzo 2021 sulla definizione di una strategia dell’UE per il turismo sostenibile (2020/2038(INI)), 2021
Viola, V., Turismo al Sud in crescita del 40% ma ancora sotto i livelli pre-pandemia, Il Sole 24 Ore, 15 giugno 2022.
NOTE
1 Istat, Atto del Governo n. 39, recante schema del piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023-2027. Audizione dell’Istituto nazionale di statistica in X Commissione, 10 maggio 2023. p. 5
2 Istat, Indagine conoscitiva sul Made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell’impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi. Audizione dell’Istituto nazionale di statistica in X Commissione, 6 marzo 2023. p. 20
3 Istat, Atto del Governo n. 39, recante schema del piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023-2027. Audizione dell’Istituto nazionale di statistica in X Commissione, 10 maggio 2023, Roma, p.6
4 Unioncamere, Excelsior informa, bollettino dicembre 2022, Roma, 2022. https://www.anpal.gov.it/documents/552016/1281915/Bollettino+Excelsior_dicembre+2022.pdf/691dc504-977e-9fb7-7a90-0b9cccc4bb1e?t=1670411208247
5 Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Banca d’Italia, ANPAL, Il mercato del lavoro: dati e analisi, maggio 2023, Roma.
6 Unioncamere, Excelsior informa, bollettino maggio 2023, Roma, 2023. https://www.anpal.gov.it/documents/552016/1281915/Bollettino+Excelsior_Maggio+2023.pdf/af18e17b-c146-8cae-634a-ba37f7183ba8?t=1683195415564
7 Istat, Classificazione dei Comuni in base alla densità turistica come indicato dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77, art.182, Roma, 19 gennaio 2022.
8 SRM, Rapporto annuale Turismo & Territorio. Tendenze, impatti e dinamiche d’impresa. Focus Mezzogiorno, n.1, 2023, Napoli.
9 Istat, Le aziende agrituristiche in Italia, 2021, Statistiche Report, 22 novembre 2022, Roma. https://www.istat.it/it/files//2022/11/Aziende-agrituristiche-in-Italia-2021.pdf
10 Si tratta delle comunicazioni inerenti la proposta di sospensione delle norme che obbligano le compagnie aeree a utilizzare le bande orarie loro assegnate negli aeroporti dell’UE (COM (2020) 0111); gli orientamenti sui diritti dei passeggeri dell’UE (C(2020)1830) e sui controlli alle frontiere (C(2020)1753); l’assistenza per il rimpatrio dei viaggiatori dell’UE durante il blocco che si è protratto da marzo a maggio 2020. Inoltre, a maggio 2020, è stata pubblicata la Comunicazione sul Turismo e trasporti nel 2020 e oltre (COM(2020)0550), che riunisce orientamenti e raccomandazioni per ripristinare in modo sicuro la libera circolazione senza restrizioni e riaprire le frontiere interne; ripristinare in modo sicuro i trasporti, la connettività e i servizi turistici, in particolare l’ospitalità, affrontare la carenza di liquidità e ricostruire la fiducia dei consumatori, e ha formulato raccomandazioni sui voucher.
11 Si tratta del lancio dell’iniziativa di investimento per la risposta al coronavirus, l’estensione del Fondo di solidarietà dell’UE alle emergenze sanitarie e la sospensione temporanea delle norme sulle bande orarie aeroportuali.
12 COM (2020) 0312, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul Piano d’’zione per una fiscalità equa e semplice a sostegno della strategia di ripresa, 15 luglio 2020, Bruxelles. https://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:e8467e73-c74b-11ea-adf7-01aa75ed71a1.0022.02/DOC_1&format=PDF
13 Risoluzione del Parlamento europeo del 25 marzo 2021 sulla definizione di una strategia dell’UE per il turismo sostenibile (2020/2038(INI)), 2021 https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2021-0109_IT.html
14 Segretariato del Consiglio europeo, Conclusioni del Consiglio su Un turismo in Europa nel prossimo decennio: sostenibile, resiliente, digitale, globale e sociale, 27 maggio 2021, Bruxelles. https://www.consilium.europa.eu/media/49960/st08881-en21.pdf
15 Corte dei conti europea, Sostegno dell’UE al turismo: c’è bisogno di un rinnovato orientamento strategico e di un migliore approccio in materia di finanziamenti, 2021, Lussemburgo.
16 Conclusioni del Consiglio europeo “Agenda europea per il turismo 2030” adottate il 1° dicembre 2022. V. link seguente https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-15441-2022-INIT/it/pdf
17 Nell’ambito della Agenda europea delle competenze, i Patti per le competenze rappresentano una iniziativa faro. I patti mirano a sostenere le organizzazioni pubbliche e private nell’aggiornamento e riqualificazione delle competenze dei lavoratori e lavoratrici per la effettiva partecipazione alla duplice transizione verde e digitale. Il turismo è uno dei 14 ecosistemi produttivi individuati dalla Strategia industriale dell’UE rinnovata dalla Commissione europea https://pact-for-skills.ec.europa.eu/about/industrial-ecosystems-and-partnerships_en
18 Per informazioni sul PNRR è possibile consultare il sito di Italia Domani al seguente link: https://www.italiadomani.gov.it/content/sogei-ng/it/it/home.html
19 https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/rafforziamo-le-imprese/incentivi-imprese-turistiche-ifit/le-agevolazioni
20 Per ogni informazione in merito è possibile consultare i seguenti indirizzi web: https://fondoturismosostenibile.finint.com/, http://www.equiterspa.com/advisory/fondo-turismo/ o https://bcc.gruppobcciccrea.it/Imprese/fondotematicoturismosostenibile.html
21 Per informazioni sul JTF in Italia è possibile consultare il seguente link: https://www.agenziacoesione.gov.it/just-transition-fund/


