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Il microcredito per finanziare l’intero corso di studi, un Tutor personalizzato per seguire la carriera accademica di ogni studente e un Ufficio di Job Placement per ogni Facoltà che si impegna ad accompagnare la ricerca occupazionale post laurea. Sono alcuni dei servizi specifici che l’Università Suor Orsola Benincasa offre ai suoi studenti in aggiunta a quelli forniti dall’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario della Regione Campania. Servizi che l’Ateneo napoletano giovedì 12 luglio a partire dalle ore 16 illustrerà alle future matricole ed anche alle loro famiglie nel tradizionale appuntamento annuale del “Family Open Day” organizzato dal Servizio di Orientamento.

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Un giovane vuole aprire una startup, ma non ha case di proprietà né mamma o papà che possano coprirgli le spalle con una garanzia. Un extracomunitario ha un’idea imprenditoriale in testa e pochi soldi in tasca. Un gruppo di donne - una commercialista, un’avvocata e una consulente del lavoro - coltivano il progetto di fare squadra e di avviare uno studio a tutto campo: nessuna garanzia reale, solo la voglia di mettersi in gioco. Per loro, si sa, la strada dei finanziamenti tradizionali è sbarrata: non ci sono ipoteche da accendere né fidejussioni da sottoscrivere.

C’è però un microcredito alternativo, socialmente sostenibile, a portata di tutti gli esclusi dai canali tradizionali: si chiamano in un gergo impietoso “soggetti non bancabili”. Questi prestiti in Italia stanno volando: secondo il nuovo rapporto dell’Ente nazionale per il microcredito, le richieste potrebbero raggiungere quest’anno quota tremila.

In due anni e mezzo le domande - e le erogazioni di credito - sono lievitate. Fino ad assestarsi nel primo semestre del 2018 a quota 1.507 richieste di finanziamento che da sole superano i volumi di tutto il 2017.

Le proiezioni elaborate dall’Ente prevedono - e sono stime prudenziali - un raddoppio: il 2018 potrebbe chiudersi quindi a quota 3mila trascindandosi dietro finanziamenti per oltre 24 milioni di euro. Fermandoci a oggi e quindi tenendo presente l’intero periodo fino al primo semestre di quest’anno, le erogazioni si attestano a 31,4 milioni di euro, con 1034 finanziamenti andati a buon fine di cui 517 solo nel primo semestre del 2018 contro i 603 prestiti erogati in tutto il 2017.

«Questi dati dimostrano che il Paese sta uscendo da un clima di sfiducia dilagante nei confronti dei sistemi di aiuto alle imprese - dice Mario Baccini, presidente dell’Ente nazionale per il microcredito- e che l’aver abbracciato l’economia sociale di mercato come lotta all’esclusione si sta rivelando una formula vincente». Lo strumento, infatti, funziona senza il ricorso a garanzie reali: l’imprenditore o aspirante tale fa domanda di prestito a una delle 25 banche convenzionate con l’Ente (1.300 filiali in tutto) e il Fondo di garanzia per le Pmi interviene a tutela del rientro del finanziamento. Il tutto veicolato dal servizio di tutoraggio, una new entry che a regime sta dando i suoi frutti. «Nulla a che vedere - tuona Baccini - con alcune formule di microcredito che monitoriamo e che vengono offerti sul mercato in totale assenza di servizi ausiliari e con tassi di default che arrivano anche al 20 per cento».

Il tutoraggio sembra invece la mossa vincente: spiega l’alto tasso di accoglimento delle domande e spiega anche il basso tasso di default: solo lo 0,73 per cento.

«Il microcredito imprenditoriale che abbiamo avviato nel 2016 e che oggi, grazie alle convenzioni con le banche, può contare su un planfond di 300 milioni - spiega Giovanni Nicola Pes, vicesegretario di Enm - prevede l’assistenza di 325 tutor iscritti all’elenco nazionale obbligatorio da noi vigilato e che sono sparsi sull’intero territorio nazionale.

I tutor offrono assistenza prima, durante e dopo il finanziamento: è la vera grande rivoluzione del nostro modello che ha permesso al microcredito imprenditoriale di assestarsi su un così basso tasso di default contro il 10% di quello tradizionale».

Figura centrale, il tutor è un libero professionista che fa richiesta all’Enm, affronta un breve periodo di formazione e poi si iscrive all’elenco nazionale obbligatorio. È lui che incontra gli aspiranti imprenditori o i professionisti che fanno domanda di microcredito, ne analizza la tenuta sul mercato, fa una prima scrematura scartando le domande non finanziabili e redige il business plan. Insomma, accompagna i progetti imprenditoriali passo dopo passo. I tempi medi dal primo contatto con il tutor alla delibera bancaria sono di circa tre mesi: 34 giorni per le operazioni di tutoraggio e 62 di attesa per la delibera bancaria

Con questa formula l’Ente ha accolto il 68% delle domande dal 2016 al primo semestre 2018, pari a 1.368 richieste soddisfatte: non sono poche se si considera, dati alla mano, che quelle rifiutate sono in realtà soltanto il 10% perché un buon 22% delle istanze sono state ritirate per rinuncia da parte del”candidato”.

La top ten regionale riserva qualche sorpresa: i finanziamenti più consistenti sono andati alla Sicilia (18,3%), Sardegna (7,9%) e Calabria (7,2 per cento).

 

Fonte : il sole 24 ore